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martedì 10 novembre 2009

c'erano una volta le saldature...





Mi sembra d'obbligo prima di procedere oltre, spiegare come nel passato venivano realizzate le saldature delle lastre di rame.
Più esattamente il termine appropriato è brasatura forte. Ho realizzato dei modellini per rendere immediatamente l'idea.
Dopo aver tracciato e ritagliato lo sviluppo in piano della forma giusta per i nostri scopi, sia un cilindro o un tronco di cono, o altro, su uno dei lati da congiungere, occore praticare dei tagli a coda di rondine come nella foto.
Essi debbono essere successivamente rialzati e richiusi poi con il mazzuolo di legno in fase di sagomatura, per poter realizzare la forma preliminare prima della saldatura.
All'interno della sagoma realizzata occorre disporre il materiale per la saldatura dei due lembi.
Oggi è difficile trovare in commercio simili prodotti, ma un tempo era d'uso comune, almeno nell'ambiente, usare dell'ottone in grani per questo scopo.
Si preparava una pastella con della borace, acqua, ed ottone in grani, disponendola all'interno del cilindro a coprire la linea costituita dalle code di rondine.
Come fonte di calore si ricorreva ad una forgia alimentata con carbone di legna.
Era un'operazione delicata da eseguire con competenza e maestria.
Una volta realizzata la fusione del materiale saldante si raffreddava rapidamente in acqua, poi, usando una stanga in acciao adeguata, la brasatura veniva schiacciata a martello riducendola di spessore. Normalmente occorrevano due passate di martello per realizzare un buon lavoro, e tra l'una e l'altra si ricuoceva il materiale evitando di surriscaldarlo.

giovedì 5 novembre 2009

formatura canonica dei vasi grandi formati

Ciao, questo nuovo post è solo per chiarire, a beneficio di qualche addetto ai lavori, che le soluzioni suggerite sul modo di realizzare certe forme sono dettate soltanto dall'esigenza di semplificare e rendere più accessibile il sistema di lavoro, anche per i neofiti.
Mi riferisco in particolare ai suggerimenti su come realizzare il Cratere Attico nella foto di qualche post precedente.
Prima di proseguire vorrei chiarire che l'altezza di quel vaso è circa 150 cm. Lo realizzai su commissione per il Club dei Radioamatori di Latina, e se non ricordo male dovrebbe trovarsi in Romania. Detto questo debbo precisare che la procedura canonica è quella di realizzare un tronco di cono in lastra di rame valido per il corpo e la bocca. Per ottenere la svasatura della bocca occorre rastremare aiutandosi con mazzuolo di legno e martello, ma è un'operazione per gli addetti ai lavori. Lo stesso sarà per la base; rastremare fino a raggiungere il diametro necessario.
Quando parlo di rastrematura significa che battendo il tronco di cono sull'incudine appropriata occorre ridurre il diametro battendo un colpo dietro l'altro con un riporto di circa 8 mm ogni giro. Dopodichè occorre ricuocere la zona interessata e continuare come prima.
Questo è il motivo per cui ho ritenuto più opportuno semplificare la sequenza delle operazioni.
Spero quanto prima di riuscire a postare un video con la dimostrazione pratica di ciò che ho scritto.

mercoledì 4 novembre 2009

i ferri del mestiere





Premesso che ogni artista realizza da se i propri attrezzi, secondo personali esigenze e visione della soluzione tecnica per la realizzazione di un'opera, con qualche foto cercherò di dare uno spunto di partenza.
Nella vecchia foto che mi ritrae, c'è l'idea dell'attrezzo più importante del corredo.
In gergo veniva chiamato cavallo ed era costituito da un grosso ciocco di legno con infissa una stanga d'acciaio. Questa stanga a sua volta aveva un foro quadrato ricavato all'estremità di lavoro. In questo foro trovavano alloggiamento i vari tassi che costituivano l'incudine su cui battere la lastra di metallo secondo la necessità.
Ovviamente parliamo di forma a tutto tondo; nella foto era un vaso, ma potrebbero essere elementi di una scultura in fase di sagomatura.
Altri attrezzi indispensabili saranno uno o più martelli di varie fogge, e quelli in acciaio dovranno avere necessariamente la testa lucida per non lasciare segni indesiderati sulla lastra in lavorazione. Di volta in volta sentirete la necessità di un mazzuolo in legno, e il mio suggerimento, guardando più alla funzionalità che all'estetica è di costruirseli da soli. Ottimo il legno d'ulivo, ma forse migliore il bosso o l'alaterno. Non è difficile trovare questi legni in quanto fanno parte della macchia Mediterranea.
Tra gli attrezzi ritratti ve n'è uno chiamato lingua o corno, anche questo lo ritengo insostituibile per realizzare più facilmente le vostre forme.
Tanto c'è ancora da dire e da fare, troveremp tempo e modi nei prossimi post.

martedì 3 novembre 2009

impostazioni di base


Per poter realizzare oggetti simili, con la sola spiegazione teorica non si approda a nulla di concreto, ma occorrono numerose sedute d'allenamento e tirocinio reali. Cionostante, proverò a spiegare dettagliatamente le varie fasi del lavoro, sperando di far proseliti.

E' questa l'immagine di un vaso la cui ispirazione è quella di un Cratere Attico.
Escludendo i manici, esso è composto da quattro parti.
Un corpo, un colletto, una bocca, e un piede. Corpo, colletto e bocca pur nascendo separati vengono successivamente saldati tra loro con saldatura dello stesso metallo. Il piede viene aggiunto in fase successiva.
Passiamo senza indugio alla spiegazione del metodo di lavoro adottato.
Da una lastra di rame cotto (malleabile già dalla fabbrica) dello spessore di 8/10 di mm. svilupperemo un tronco di cono che sarà la parte principale dell'anfora; un colletto la cui parte più larga dovrà corrispondere con il diametro maggiore del corpo, e la parte più stretta con quella della bocca; altri due tronchi di cono per la bocca e per il piede.
Affinchè non si vedano saldature occorre usare del filo di rame dello stesso tenore della lastra e poi ribattere le saldature fino a raggiungerne lo stesso spessore.

Lo strumento più congeniale per questa operazione è una fiamma ossiacetilenica leggermente ossidante. I puritani potrebbero torcere il naso a questa affermazione, perchè la saldatura in TIG risulterebbe più pura, ma il difficile in una operazione del genere è far combaciare per bene i lembi del metallo.

Partendo dal presupposto che ognuno che si accinga a realizzare un opera simile sappia di saldature, realizzeremo per prima cosa i tronchi di cono.
Prima di proseguire, però, occorre fare un passo indietro per realizzare una specie d'incudine a tasselli che ci permetta di eseguire l'operazione di battitura con schiacciamento della saldatura.
Nel prossimo post cercherò di illustrare con disegni o foto l'attrezzatura di base per poter iniziare lo sbalzo a percussione.
Può sembrare azzardato iniziare dallo sbalzo a percussione anzichè con lo sbalzo a pressione, ma sono tecniche differenti e chi conosce la prima che permette di realizzare oggetti e sculture a tutto tondo, agevolmente riesce in quella più semplice.

lunedì 2 novembre 2009

glossario delle voci ricorrenti

Per il momento parleremo esclusivamente della lavorazione del rame, con una particolare attenzione al risvolto artistico che essa assume.
Il RAME è un metallo dal colore caratteristico, ed ha un punto di fusione intorno ai 1080°C circa. E' duttile e malleabile, nel senso che può essere stirato e dilatato fortemente. Lavorandolo perde la sue caratteristiche di malleabilità e duttilità, che riacquista per intero con una operazione di ricottura.
Queste importanti caratteristiche fisiche sono la chiave di volta dello sbalzo.
Per sbalzo s'intendono quelle tecniche con cui è possibile porre in rilievo dalla superficie di fondo figure e decorazioni varie.
Bisogna distinguere due importanti tipi di sbalzo, lo sbalzo per pressione e quello per percussione.
La tecnica dello sbalzo per pressione viene utilizzata su lastre di rame cotto dello spessore di 2/10 di mm, come spessore più congeniale, ma possono essere usati spessori fino ai 3/10 di mm.
Questa tecnica viene usata quasi esclusivamente per scopi didattici nelle varie scuole, ma l'estro dell'artista può trarre cose interessanti anche con questo sistema abbastanza limitato in potenzialità.
La tecnica definita a percussione utilizza martelli di varie fogge e tasselli a mo' d'incudine. Utilizza anche della pece greca per rifinire nei dettagli le figure ricavate durante lo sbalzo.

Di seguito la spiegazione di alcuni vocaboli tecnici usati nel post:

RICOTTURA: operazione per riportare alle condizioni originarie di malleabilità il rame; si raggiunge portandolo ad una temperatura variabile dai 500°C ai 850°C; attrezzo consigliato un bruciatore a gas propano tipo quelli da asfaltisti.

PECE GRECA: per realizzare la PECE GRECA si usa miscelare a caldo della resina chiamata COLOFONIA, una piccola percentuale d'olio per motori d'auto (va bene anche quello esausto), e del gesso in polvere (scagliola).
La ragione di quest'alchimia sta nel fatto che la resina è per natura vetrosa, quindi l'olio la rende filante, e il gesso ne permette una certa solidificazione. Nei prossimi post pubblicherò istruzioni dettagliate per realizzarla.

giovedì 29 ottobre 2009

L'inizio



Era il mese di Febbraio del 1961, nell'azienda di famiglia decisi che per me non c'era più spazio, ed approdai tra rotoli di rame, forge che ardevano, e martelli che squassavano i timpani con il loro ritmo cadenzato. Il mio primo approccio a questo lavoro non fu ne eroico ne entusiasmante, un compasso e delle forbici da lattoniere furono i miei attrezzi per mesi. Un giorno ebbi la mia chance e qualcuno m'insegnò ad impugnare correttamente il martello da battilastra. Fu il primo importante imput che mi ha portato fino ai traguardi raffigurati nella foto. Passo dopo passo vi spiegherò come riuscire a realizzare, almeno tecnicamente, opere simili.

mercoledì 28 ottobre 2009


Vi racconterò la mia storia, la storia di Vulcano, nel campo della metallurgia, iniziata nel 1961.
Sarà un viaggio di ricordi e di nozioni, pratiche e teoriche.
Spero di non annoiarvi.